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全国等级考试资料网 2023-05-19 01:55:42 63

LOTTERIA ITALIA, RUOTA DI MESSINA

Pomeriggio tardo di martedì sotto una pioggia incessante centinaia di donne e uomini migranti stazionano davanti gli uffici postali di Messina. Al Circolo Arci Thomas Sankara si compilano ancora i kit dei ritardatari, delle “badanti” -parola odiosissima- che sono riuscite, in estremis, ad avere un permesso di uscita dai loro “gentilissimi” padroni.

Ore 19:30: incomincia a squillare il telefonino, unico collegamento con l’esterno, con il mondo di fuori:intanto, i messinesi, imbottigliati nel traffico, non si accorgono degli invisibili, di queste ombre scure che, tenacemente, mettono in gioco il loro futuro e quello dei propri cari partecipando ad una lotteria crudele e disumana. Le voci dal mondo di fuori ci dicono di fare presto, perché gli uffici postali del centro sono tutti già presi di assalto. Gli invisibili sono arrivati anche sulle colline, dove nello sperduto ufficio postale di Castanea una decina di coraggiosi incomincia ad aspettare il mattino, al freddo ed al vento di marzo e a presidiare questo piccolo ufficio per difenderlo in questa guerra delle quote. L’indomani alle 14:30 verranno aperti i flussi per l’ingresso regolare di lavoratori non comunitari, ma solo 170.000 persone saranno le vincitrici di questa lotteria al massacro.

E’ tardi, tardissimo, dopo aver trascorso settimane a spiegare a tutte e tutti che questa non è una regolarizzazione,e che chi è già qui in Italia dovrà mettere in conto di dover tornare al proprio paese e presentarsi alla rappresentanza diplomatica italiana con un passaporto immacolato, dopo aver compilato centinaia di kit e moduli vari, fatto il mestiere del commercialista, dello psicologo, del sindacalista, adesso anch’io devo scappare alla ricerca di un ufficio postale non presidiato.

L’ anno precedente la corsa alle quote era terminata per noi, al caldo della nostre stanze, quando qualche minuto prima di mezzanotte il governo aveva deciso di affidare ad internet l’apertura del rubinetto dei flussi, ed abbiamo avvisato tutti i nominativi della nostra lista di migranti in attesa della pubblicazione.

Quest’anno il governo è stato più “clemente”: ha deciso di posticipare il ricevimento delle domande ad una settimana dalla pubblicazione del decreto flussi. Grazie presidente operaio, le aspettative di centinaia di migliaia di persone, forse un milione?, sono aumentate; in moltissimi hanno creduto in una sanatoria, dove a tutte le domande corrisponderà un permesso di soggiorno, persino un telegiornale delle reti di stato, ha dato la notizia dell’apertura di una nuova regolarizzazione.

Telefono a K.. La sua è una storia che ha dell’inverosimile. E’ uno studente universitario, un “cervellone” che ha trovato un lavoro qualificato ed è stato assunto regolarmente. Fin qui niente di strano, qualche mese fa si era recato in questura per chiedere di trasformare il permesso da studio in lavoro, perché aveva scoperto che uno studente straniero non poteva avere un contratto a tempo pieno ma solo part time, e così molto orgoglioso della sua prima busta l’aveva mostrata per chiedere la conversione del permesso da studio in lavoro. Gli era stato risposto che era impossibile, doveva aspettare il decreto flussi e sperare di rientrare nelle quote messe a disposizione dal governo. Ha continuato a lavorare, con un contratto di lavoro regolare, perfettamente regolare per tutti gli organismi regionali, statali e di tutela, Inps ed Inail compresi, ma “abusivo” per la legge bossi-fini.

Così si apre la corsa alle quote anche per lui, ed allora gli chiedo di correre e raggiungere gli uffici postali più periferici.

Corro anch’io raggiungo casa a prendere i miei 2 kit, uno per la mia famiglia anagrafica ed uno per quella allargata. Ho promesso, non posso sbagliare. Volante 1 a volante 2: abbiamo trovato un ufficio postale deserto, K. è il primo. Arrivo in auto e telefono agli altri ed alle altre, siamo piazzati bene in quasi tutti gli uffici, noi abbiamo ancora posto, consigliamo ai meno fortunati di raggiungerci. Passano due minuti e arrivano due ragazzi asiatici e poi un signore maghrebino, decidiamo di predisporre una lista, con la posizione ed il numero di domande pro capite. Io e k. ne prendiamo solo una, tanto si possono presentare fino a 5 kit a persona. La nostra è la prima. Gli altri arrivano prima alla spicciolata poi il tam tam dei telefonini fa lievitare il numero delle presenze dentro la lista. Poco dopo l’una di notte inizia a salire la tensione, ci sono stati tentativi di prevaricazione in alcuni uffici postali, e da noi arriva l’ennesimo ragazzo ad iscriversi in lista.

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