意语阅读:《海上钢琴师》剧本(16)
Quel che aveva in mente era un duello. Si usava, allora. Si sfidavano a colpi di pezzi di bravura e alla fine uno vinceva. Cose da musicisti. Niente sangue, ma un bel po’ di odio, di odio vero, sotto la pelle. Note e alcol. Poteva anche durare una notte intera. Era quella cosa lì che aveva in mente Jelly Roll, per farla finita con ’sta storia del pianista sull’Oceano, e tutte quelle balle. Per farla finita. Il problema era che Novecento, a dire il vero, nei porti non suonava mai, non voleva suonare. Erano già un po’ terra, i porti, e non gli andava. Lui suonava dove voleva lui. E dove voleva lui era in mezzo al mare, quando la terra è solo più luci lontane, o un ricordo, o una speranza. Era fatto così. Jelly Roll Morton bestemmiò mille volte, poi pagò di tasca sua il biglietto di andata e ritorno per l’Europa e salì sul Virginian, lui che non aveva mai messo piede su una nave che non andasse su e giù per il Mississippi. "? la cosa più idiota che io abbia mai fatto in vita mia," disse, con qualche bestemmia in mezzo, ai giornalisti che andarono a salutarlo, al molo 14 del porto di Boston. Poi si chiuse in cabina, e aspettò che la terra diventasse luci lontane, e ricordo, e speranza.
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