意大利语综合考试辅导复习资料37

全国等级考试资料网 2019-01-22 16:12:50 101
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Dopo essersi infilato sotto la grata di sicurezza, Robert Langdon si tro-vava ora sulla soglia della Grande Galleria e aveva l’impressione di essere nell’imboccatura di un canyon lungo e profondo.
Da entrambi i lati le pareti spoglie si alzavano per dieci metri e svaniva-no nell’oscurità. Il chiarore rosso dell’illuminazione di servizio conferiva un innaturale aspetto infuocato a una stupefacente collezione di quadri di Leonardo, Tiziano e Caravaggio appesi a cavi che scendevano dal soffitto. Nature morte, scene religiose, paesaggi, con accanto ritratti di nobili e di politici.
Anche se la Grande Galleria ospitava i più famosi capolavori d’arte ita-liana del Louvre, molti visitatori ritenevano che la più stupefacente caratte-ristica di quell’ala fosse il suo famoso pavimento a parquet. Costituito di assi diagonali di legno di rovere, disposte secondo un disegno geometrico che impediva allo sguardo di staccarsene, il pavimento creava un’effimera
illusione ottica: un reticolo a molte dimensioni che dava ai visitatori il sen-so di galleggiare lungo la galleria su una superficie che cambiava a ogni passo.
Quando Langdon cominciò a distinguere il pavimento, il suo sguardo si bloccò bruscamente su un oggetto che giaceva a terra, pochi metri alla sua sinistra, circondato dal nastro di segnalazione della polizia. Si voltò verso Fache. ?Ma quello sul pavimento... non è un Caravaggio??
Il capitano annuì, senza guardare.
Quel quadro, si disse lo studioso, valeva almeno due milioni di dollari, eppure era abbandonato sul pavimento come un manifesto vecchio. ?Che diavolo ci fa, sul pavimento??
Fache lo guardò torvo. Chiaramente, non trovava niente di strano nel fat-to che un Caravaggio fosse per terra. ?Questa è la scena di un delitto, si-gnor Langdon. Non abbiamo toccato nulla. Quella tela è stata spostata dal curatore. Staccandola dalla parete ha attivato il sistema di sicurezza.?
Langdon tornò a fissare la grata e cercò di immaginare la scena.
?Il curatore è stato aggredito nel suo ufficio, si è rifugiato nella Grande Galleria e ha attivato la chiusura di sicurezza staccando quel dipinto dalla parete. La grata è scesa immediatamente, bloccando tutte le entrate. C’è so-lo una porta da cui si accede a questa galleria.?
Langdon era leggermente confuso. ?Il curatore ha catturato il suo ag-gressore all’interno della Grande Galleria??
Fache scosse la testa. ?La grata di sicurezza ha separato Saunière dal suo aggressore. L’assassino è rimasto chiuso all’esterno e gli ha sparato at-traverso la grata.? Fache indicò un cartellino arancione legato a una delle sbarre della grata sotto cui erano passati. ?La squadra della Scientifica ha trovato residui di polvere da sparo di una pistola. Ha mirato attraverso le sbarre. Saunière era solo quando è morto qui dentro.?
Langdon ripensò alla fotografia del corpo di Saunière. "Mi avevano det-to che aveva fatto tutto da solo." Diede un’occhiata all’immenso corridoio davanti a loro. ?Dov’è il corpo??
Fache raddrizzò il fermacravatta a forma di croce e si incamminò. ?Co-me probabilmente saprà, la Grande Galleria è piuttosto lunga.?
La lunghezza esatta, se la memoria non l’ingannava, era di circa quattro-centocinquanta metri. Altrettanto impressionante era la larghezza della sa-la, che avrebbe permesso comodamente il transito di un paio di treni pas-seggeri affiancati. Il centro della galleria era punteggiato di statue e di co-lossali urne di porcellana che servivano come elegante divisorio e a man-
tenere un flusso ordinato dei visitatori nelle due direzioni.
Fache taceva e camminava rapidamente lungo la corsia destra della gal-leria, lo sguardo fisso in avanti. Langdon aveva l’impressione di mancare di rispetto a quei capolavori, passandogli davanti senza dedicare loro nep-pure un’occhiata. "Non che si possa vedere molto, con questa luce" si giu-stificò.
Il bagliore rosso e ovattato evocava purtroppo in lui ricordi dell’ultima volta che Langdon aveva visto quel tipo di luce, negli archivi segreti del Vaticano. Era la seconda volta, nelle ultime ore, che gli tornava in mente il rischio mortale da lui corso a Roma. Il pensiero di quella città richiamò a sua volta il ricordo di Vittoria. Anche a lei non pensava da mesi. Stentava a credere che il suo viaggio a Roma risalisse solo all’anno prima, gli sem-brava che fossero passati decenni. "Un’altra vita." Le ultime notizie ricevu-te da Vittoria risalivano a dicembre: una cartolina postale in cui diceva di partire per il mare di Giava per continuare le sue ricerche sulla fisica della comunicazione, qualcosa che riguardava l’impiego dei satelliti per seguire le migrazioni delle mantre. Langdon non si era mai illuso che una donna come Vittoria Vetra potesse essere felice di vivere con lui nel campus di un college, ma il loro incontro a Roma aveva destato in lui un desiderio che non aveva mai creduto di poter provare. La sua innata preferenza per la vita di scapolo e le semplici libertà che gli permetteva era stata in qual-che modo scossa, per essere sostituita da un imprevisto senso di vuoto, che era aumentato nel corso dell’anno precedente. 相关资料

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