意大利语文章阅读3

全国等级考试资料网 2023-02-05 08:08:51 68

意语阅读:意大利语文章阅读第3篇

L’Italia e la cultura

In questi anni sono emerse alcune linee fondamentali per la valorizzazione e diffusione della nostra cultura:

L’Istituto centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali ha reso disponibile via Internet una parte cospicua del materiale presente nella Fototeca Nazionale. E’ un lavoro che si rivolge non solo agli addetti ai lavori ma per un pubblico sempre più vasto;

l’arte aiuta la pace, ha detto Umberto Agnelli consigliere per l’Italia del Praemium Imperiale” l’annuale consegna degli Awards per le arti a Tokyo. Il dialogo dell’arte e il confronto tra artisti di culture diverse manda al mondo un messaggio di concordia e di forza positiva;

la conoscenza del mondo classico non può essere ignorata, come è risultato da un recente convegno tenutosi dall’Università di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, in collaborazione con il Ministero Istruzione Università Ricerca. Regione Piemonte, Ufficio scolastico e con il Liceo Classico statale Carlo Botta di Ivrea. Il prof. Ugo Cardinale, preside del Liceo Botta e fondatore del progetto Janus, un sito web inteso come collaborazione tra scuola superiore e università per l’aggiornamento a distanza, ha affermato che umanisti e scientisti sono d’accordo che la classicità è un fattore d’identità nel mondo occidentale. Non possiamo negare che siamo gli eredi della civiltà greco-romana.

I Romani, a partire dalla riflessione del pontefice Quinto Muzio Scevola diedero vita alla dottrina giurisprudenziale il cui modello diventerà la tradizione giuridica europea, dalla scuola di Bologna al codice napoleonico.

Dopo la caduta dell’impero romano, la tradizione latina continuò con l’insegnamento del Vescovo di Roma, Gregorio Magno, e poi via via fino al  Rinascimento e all’epoca moderna con la rivoluzione francese e quella napoletana con l’insegnamento del Diritto romano di Mario Pagano. La latinità è presente nel Risorgimento e non possiamo dimenticare che i Padri della Costituzione americana si rifecero apertamente alle Istituzioni repubblicane di Roma antica nel redigere la Costituzione stessa;

il coordinatore nazionale di Prisma (Progetto per la Rivalutazione dell’Insegnamento e dello Studio del Mondo Antico), Fabrizio Polacco, docente di materia letterarie, latino e storia al liceo scientifico Ignazio Vian di Bracciano, RM, in un simposio su “Insegnare il Novecento” sostiene che “per conoscere il Novecento sia prima necessario studiare molto bene la preistoria, la nascita della divisione del lavoro e della città, la Guerra del Peloponneso, la “rivoluzione “di Socrate e quella di cristo, e poi i conflitti tra pagani e cristiani, tra papato e impero e tra iconoclasti e iconodùli, oltre a tante altre cose che qui non è possibile elencare.” Il tragico evento dell’11 settembre e l’apparizione di Bin Laden sulla scena del terrorismo mondiale è frutto di un passato che non solo non è morto ma è anzi il principale elemento costitutivo del presente, e sicuramente lo sarà anche del futuro;

una mostra a Parma dalla fine di dicembre al gennaio 2004 dedicata al Medioevo attraverso l’interpretazione storica dello storiografo francese Jacques Le Goff, medievalista di fama mondiale, ci fa capire, con un percorso suggestivo di portali delle grandi chiese medievali, e oggetti provenienti da tutta Europa le cui didascalie sono state curate dallo stesso storico, che l’Europa nasce dalla commistione tra il mondo classico e quello dei popoli “barbarici”, tenuta insieme dalla lingua latina;

studiare Beni Culturali significa scoprire e conoscere il patrimonio storico, artistico, archeologico e musicale. E’ anche la migliore premessa per entrare in un mercato del lavoro che valuta positivamente il possesso di competenze sia culturali sia tecnico – gestionali;

agli italiani piace la storia: è il risultato di un recente sondaggio del Corriere della Sera. La percentuale è più alta fra i giovani sotto i 24 anni. Naturalmente l’attenzione dichiarata per la storia si accresce al crescere del titolo di studio, ma è significativo che oltre un terzo di quanti hanno fatto al massimo la quinta elementare dichiari di essere interessato.

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