意语阅读:《海上钢琴师》剧本(19)

全国等级考试资料网 2023-08-16 05:02:45 84


Fu a quel punto che Jelly Roll Morton perse definitivamente la pazienza. Più che andare al piano, ci saltò sopra. Tra sé e sé ma in modo che tutti capissero benissimo sibilò poche parole, molto chiare.

"E allora vai a fare in culo, coglione."

Poi attaccò a suonare. Ma suonare non è la parola. Un giocoliere. Un acrobata. Tutto quello che si può fare, con una tastiera di 88 tasti, lui la fece. A una velocità mostruosa. Senza sbagliare una nota, senza muovere un muscolo della faccia. Non era nemmeno musica: erano giochi di prestigio, era magia bella e buona. Era una meraviglia, non c’erano santi. Una meraviglia. La gente diede di matto. Strillavano e applaudivano, una cosa così non l’avevano mai vista. C’era un casino che sembrava Capodanno. In quel casino, mi trovai davanti Novecento: aveva la faccia più delusa del mondo. E anche un po’ stupita. Mi guardò e disse:

"Ma quello è completamente scemo...".

Non gli risposi. Non c’era niente da rispondere. Lui si piegò verso di me e mi disse:

"Dammi una sigaretta, va’...".

Ero talmente stranito che la presi e gliela diedi. Voglio dire: Novecento non fumava. Non aveva mai fumato prima. Prese la sigaretta, si girò e andò a sedersi al pianoforte. Ci misero un po’, in sala, a capire che si era seduto lì, e che magari voleva suonare. Ci scapparono anche un paio di battute pesanti, e risate, qualche fischio, la gente fa così, è cattiva con quelli che perdono. Novecento aspettò paziente che ci fosse una specie di silenzio, intorno. Poi gettò un’occhiata a Jelly Roll, che se ne stava in piedi, al bar, a bere da una coppa di champagne, e disse sottovoce:

 

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